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autore
brano
 
Cicerone
De Natura Deorum III,42
 
originale
 
[42] Quamquam quem potissimum Herculem colamus, scire sane velim; pluris enim tradunt nobis ii, qui interiores scrutantur et reconditas litteras, antiquissimum Iove natum -- sed item Iove antiquissimo, nam Ioves quoque pluris in priscis Graecorum litteris invenimus: ex eo igitur et Lysithoe est is Hercules, quem concertavisse cum Apolline de tripode accepimus. Alter traditur Nilo natus Aegyptius, quem aiunt Phrygias litteras conscripsisse. Tertius est ex Idaeis Digitis; cui inferias adferunt Cretes. Quartus Iovis est et Asteriae, Latonae sororis, qui Tyri maxime colitur, cuius Carthaginem filiam ferunt; quintus in India, qui Belus dicitur, sextus hic ex Alcmena, quem Iuppiter genuit, sed tertius Iuppiter, quoniam, ut iam docebo, pluris Ioves etiam accepimus.
 
traduzione
 
42. Vorrei anche sapere quale sia propriamente l'Ercole che noi veneriamo dato che, al dire di coloro che hanno esplorato a fondo i misteri della letteratura specializzata, di Ercoli ce ne sarebbero parecchi. Il pi? antico sarebbe il figlio di Giove e, occorre precisare, del pi? antico fra gli d?i di questo nome ch?, nella tradizione letteraria greca, non si parla di un solo Giove ma di parecchi. Da questa antichis sima divinit? recante il nome di Giove e da Lisitoe sarebbe dunque nato quell'Ercole che, come ci ? stato tramandato, ebbe una rissa con Apollo a proposito di un tripode. Di un secondo Ercole si tramanda che sarebbe stato un egiziano, figlio del Nilo e che sarebbe stato lui a compilare le Lettere Frigiesi. Un terzo Ercole avrebbe fatto parte dei Dattili Frigi e a lui si tributano onori funebri. Un quarto Ercole ? figlio di Giove e di Asteria, sorella di Latona: ? venerato soprattutto a Tiro e gli attribuiscono una figlia, Cartagine. Un quinto ? quello che in India chiamano Belos. Il sesto ? il nostro Ercole, quello che Giove gener? da Alcmena, ma trattasi del terzo Giove: come chiarir? anche di Giovi la tradizione ne annovera parecchi.
 

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